Emozionante cult con l’abilità di risultare quasi improvvisato. “Non ci resta che piangere“, è un film che assomiglia ad uno spettacolo. Scritto, diretto e interpretato, dalla coppia Massimo Troisi, Roberto Benigni. Del film vennero distribuite tre differenti versioni, ha avuto un incasso pari a 15 miliardi di lire ed è stato il maggior successo italiano della stagione 1984-85. 

TRAMA

Saverio e Mario, rispettivamente Roberto Benigni e Massimo Troisi, lavorano nella stessa scuola, l’uno come insegnante e l’altro come bidello. Si perdono in macchina nelle campagne toscane, ed è l’estate 1984. Decidono di prendere una strada secondaria e, in seguito a un temporale, si ritrovano nel 1492. Catapultati indietro di quasi 5 secoli si trovano e scoprono di trovarsi a Frittole, un immaginario borgo toscano, nel 1492. Ritenendolo dapprima un terribile scherzo, debbono rassegnarsi alla dura realtà facendosi ospitare da Vitellozzo, il fratello dell’uomo ucciso, Remigio, il quale racconta loro di una terribile faida con un tale Giuliano Del Capecchio, che sta sterminando la sua famiglia. Giunti nel borgo conoscono Parisina, madre di Vitellozzo e del defunto Remigio e iniziano a lavorare nella loro bottega di macelleria.

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YESTERDAY: L’IMPROVVISAZIONE DI TROISI

Nel 2015 il film ritornò in sala e Amanda Sandrelli, l’interprete di Pia, fu intervistata da Il Fatto Quotidiano dove raccontò alcuni aneddoti relativi alla realizzazione del film, tra cui l’improvvisazione durante la scena della canzone Yesterday.

“Pensate alla scena della serenata. Massimo mi disse che avrebbe canticchiato qualche brano, ma non mi disse quali. Poi all’improvviso se ne viene fuori con Yesterday. E finché lo cita mi trattengo. Ma appena dice “bom bom” scoppiammo tutti a ridere per diversi minuti”. Una citazione “improvvisata” per Troisi che il produttore Berardi per parecchi anni ha raccontato costare, anche se solo accennata a voce, in diritti d’autore ai quattro di Liverpool, ben 70 milioni di lire”.

La stessa ha anche parlato di come sul set si rideva a crepapelle:

“Girai cinque giorni ma per poche pose insieme ripetemmo la stessa scena tante volte. E non perché i ciak non fossero buoni, ma perché ci si doveva interrompere in continuazione visto che la troupe, le comparse, Roberto e Massimo, io stessa, ridevamo a crepapelle”