Il 9 marzo 1955 nasceva a Roma Francesca Romana Rivelli, in arte Ornella Muti

Figlia di un giornalista napoletano e di una scultrice estone, Francesca raggiunse il successo a soli 14 anni, facendo il suo esordio sul grande schermo con il film di Damiano Damiani «La moglie più bella». Fu proprio il regista che le impose il nome d’arte Ornella Muti, con reminiscenze dannunziane (Ornella è un personaggio de La figlia di Jorio, Elena Muti è la protagonista de Il piacere) anche perché già esisteva un’attrice con il suo stesso cognome, Luisa Rivelli.

Da lì la carriera della Muti sarà tutta in discesa, fino a diventare un’icona italiana nonché una delle donne più belle al mondo. 

L’incontro professionalmente più importante della sua carriera avvenne nel 1974, anno in cui girò (ed era anche incinta) Romanzo popolare di Mario Monicelli, nel ruolo della bella e giovane Vincenzina con Ugo Tognazzi nei panni dell’operaio milanese Basletti. Il film ebbe un notevole successo e le diede notorietà. Prese parte poi ai film: Come una rosa al naso di Franco Rossi, a fianco di Vittorio Gassman; La stanza del vescovo e Primo amore, entrambi di Dino Risi, nuovamente al fianco di Ugo Tognazzi; I nuovi mostri di Monicelli-Risi-Scola, candidato al Premio Oscar come Miglior film straniero nel 1979; L’ultima donna di Marco Ferreri, nel 1976, con Gérard Depardieu.

Gli anni ottanta per Ornella si aprono con la sua partecipazione al kolossal statunitense Flash Gordon di Mike Hodges, dove interpreta la perfida e bellissima Principessa Aura. Girò poi altri film di produzione statunitense, rifiutando anche il ruolo di protagonista, poi affidato a Carole Bouquet, in Agente 007 – Solo per i tuoi occhi. Nello stesso periodo, con Adriano Celentano girò Il bisbetico domato Innamorato pazzo di Castellano e Pipolo; con Renato Pozzetto, Nessuno è perfetto Un povero ricco, e con Ben Gazzara La ragazza di Trieste, nel ruolo della psicotica Nicole. Nel 1983 è al fianco di Paolo Villaggio nel film Bonnie e Clyde all’italiana, diretto da Steno. In quegli anni (quando lei ne aveva più o meno 25) è stata l’attrice italiana più pagata, grazie alle commedie sbanca-botteghini a cui prese parte.

Da sempre contraddistinta da enorme fascino e bellezza mozzafiato, la Muti ha però dichiarato che questi due elementi non sono stati sempre un fattore positivo. 

«Sono sempre stata considerata un simbolo sessuale e, onestamente, questo mi ha strapenalizzato. Essere descritta per anni come una bomba sexy ha lasciato delle conseguenze. Quali? Ha fatto sì che oggi il sesso sia una delle cose che meno desidero e meno mi appartengono. In fondo, agli uomini non è mai importato nulla di come volessi fare l’amore», ha aggiunto Ornella, due matrimoni alle spalle e tre figli. «Perché se sei una donna, devi fare altro. La concubina, la psicoanalista, la madre, la moglie, l’amante».

In tutta la sua carriera ha recitato in circa cento film, aggiudicandosi numerosi riconoscimenti: dalla Targa d’Oro dei David di Donatello ai tre Globi d’Oro, dai due Nastri d’Argento al Premio Pasinetti del Festival di Venezia, fino allo squillo della rivista americana Class che nel ’94 la elesse la Donna più bella del mondo

Tra i suoi ultimi film si annoverano To Rome with love di Woody Allen (2012), Notti magiche di Paolo Virzì (2018), e Wine to love di Domenico Fortunato (2018).

Vita privata

Ornella Muti è stata sposata due volte: con l’attore Alessio Orano (dal 1975 al 1981) e con Federico Fachinetti (dal 1988 al 1996). Ha tre figli: la più grande Naike Rivelli, nata nel 1974, è attrice e cantante e Carolina e Andrea, avuti dal matrimonio con Fachinetti, anche loro attori.