Il film

Piedipiatti è uscito nel 1991 sotto la regia di Carlo Vanzina, con Renato Pozzetto e Enrico Montesano. Nel film fa la sua ultima, breve apparizione il caratterista Ennio Antonelli, che interpreta un carcerato nelle scene iniziali.

La trama

Un poliziotto romano e uno milanese, Vasco e Silvio, sono sulle tracce di una banda di narcotrafficanti che fra le altre ha messo in circolazione un miliardo in banconote false a Milano. Le indagini li condurranno fino a Venezia, dove scopriranno che a capo della gang c’è un insospettabile benefattore.

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Le curiosità

  • Nel film fa la sua ultima, breve apparizione il caratterista Ennio Antonelli (Manzotin di Febbre da Cavallo), che interpreta un carcerato nelle scene iniziali. Di lui vi parliamo meglio qui.
  • Quando Vasco va dai narcotrafficanti fingendosi Angelo l’Americano, non sapendo come giustificare il soprannome, improvvisa dicendo “Perché sò nato a Viale Washington, ar 23!” a Roma viale Giorgio Washington è un viale che passa attraverso il parco di Villa Borghese e non vi si affaccia nessun palazzo. 
  • Il film usci ad Ottobre del 1991 ed ebbe un grande successo nelle prime due settimane, successo parzialmente frenato dall’uscita del film di Benigni “Johnny Stecchino”. Piedipiatti comunque alla fine incassò 7 miliardi di lire. 
  • All’inizio del film Montesano va a prendere l’amico in carcere a Regina Caeli, si vede l’amico che percorre i corridoi ed infine si spalanca la cancellata di alluminio, sulla quale (anche se leggermente sfocati) sono chiaramenti visibili un ombrellone, una sfilza di tecnici e, sulla destra dello schermo, e una telecamera enorme.
  • Lo stesso Vanzina racconta di aver pensato di riproporre la coppia Montesano-Pozzetto in una fiction televisiva dal nome “padri e figli”; doveva essere la storia di due padri antagonisti vicini di casa. L’idea fu proposta a Mediaset ma anche qui non se ne fece nulla perchè l’azienda riteneva che i due attori non andassero ormai più di moda. La fiction fu prodotta un paio di anni dopo e prese il nome di “Un ciclone in famiglia”
  • Quando Pozzetto entra nella galleria della metro per inseguire il tizio che guida il bmw, ad ogni inquadratura diversa, il finestrino della macchina del poliziotto o è aperto o è chiuso.
  • Dopo il grande successo del film c’era la volontà di farne un sequel, ma per vari impegni dei due attori non se ne fece nulla.