Le avventure di Pinocchio è uno sceneggiato televisivo tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Collodi, diretto dal regista Luigi Comencini, e trasmesso per la prima volta dalla televisione italiana sul Programma Nazionale nell’aprile 1972, suddiviso in cinque puntate, per una durata totale di 280 minuti. Fu poi replicato, sempre in cinque puntate, in occasione del decennale della pellicola nel 1982 sempre sulla Rai TV1. Nel cast troviamo Vittorio De Sica, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, Nino Manfredi, Gina Lollobrigida, Andrea Balestri. 

Fu il “Pinocchio” di Comencini, premiato a Figline | Attualità FIGLINE E INCISA

TRAMA

Siamo a circa metà del XIX secolo, in un piccolo paesino montanaro della Toscana, dove sul finire dell’inverno giunge la carovana di un famoso burattinaio, Mangiafoco, prima di partire per le lontane Americhe nella bella stagione. Mentre i due musicisti del burattinaio, il Gatto e la Volpe, fanno l’annuncio, un manifesto dello spettacolo va in faccia a Geppetto, un falegname vedovo che, ispirato dalla figura della marionetta sul pezzo di carta, decide di fabbricarsi un burattino di legno a sua invenzione per poter viaggiare il mondo e procurarsi da mangiare, dato lo scarso lavoro commissionatogli. Il vicino di Geppetto, Mastro Ciliegia, anche lui falegname, ma benestante, decide di rifarsi la gamba del tavolo, ma il ciocco che intende usare parla e si lamenta. Per liberarsene, Ciliegia regala il legno a Geppetto, venuto a chiedergli di prestargli un tronco per la sua marionetta, ma non prima che il ciocco crei zizzania tra i due insultando e colpendo Geppetto, facendo ricadere la colpa su Mastro Ciliegia.

Le avventure di Pinocchio", di Luigi Comencini | Cinema | Rai Cultura

COME MANFREDI ENTRO’NEL RUOLO

Luca Manfredi, in occasione dei 100 anni del padre Nino ha rilasciato un’intervista a Repubblica dove parla di come il suo babbo preparava i ruoli:

 “Molti pensano che la sua recitazione fosse naturale, in realtà era il frutto di uno studio approfondito e  maniacale sui personaggi. Andava spesso a leggere i copioni al Giardino degli Aranci, sull’Aventino, perché era di fronte a casa sua. Fu lì che vedendo una bambina giocare con un bambolotto pensò che doveva interpretare Geppetto per il Pinocchio di Comencini come un bambino. Ma non era come Sordi, che si ispirava a persone attorno a lui, piuttosto cercava di inventarsi un tic, un modo di parlare o di comportarsi adatti a definire il personaggio. Per questo per Geppetto chiese di indossare scarpe di tre numeri più grandi: voleva ciabattare come fanno i bambini che giocano con quelle dei genitori”.

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