Nel presentare  il suo tour «Zero a Zero, una sfida in musica» (in partenza il 7 marzo) Renato Zero ha risposto alle domande dei giornalisti soffermandosi sul Festival di Sanremo da poco conclusosi. Tra gli argomenti, è stato tirato in ballo Rosa Chemical, paragonato a Zero per i temi e l’approccio trasgressivo:

«Non mi sentirei di fare alcun paragone. Io ho cantato “Il triangolo”, ma la mia missione è “Il cielo”, più su – dice lui -. Quando apro i social mi accorgo di avere un numero impressionante di sosia. Penso ci dovrebbe essere l’opportunità di uscire da questi stratagemmi e oggi bisognerebbe che i ragazzi fossero più pronti prima di essere mandati allo sbaraglio. Ma la garanzia è che l’originale vince sempre».

L’attacco di Zero è alla discografia più che all’artista in sé:

«Non è colpa di Rosa Chemical, ma della distrazione di chi ritiene che questo sia un mestiere improvvisato. Il problema è di chi lo ha mandato in onda perché ritiene che la musica sia solo performance, sia una velleità. Finché c’è questa mentalità assolvo questi ragazzi, ma mandare in scena persone che non hanno la giusta preparazione, non riuscire a trovare un’identità, è un fatto grave».

Lo stesso giorno in cui è andata in onda la finale di Sanremo, Zero è stato ospite di Maria De Filippi a C’è posta per te. Una presenza che molti hanno etichettato come ‘rivale’, ma che lui risponde così:
«Sono un professionista, una persona perbene, mai fatto speculazioni. Ero stato interpellato da Amadeus per Sanremo: ma prima di andare al Festival devi preparare tutta l’artiglieria, mentre per andare da Maria basta indossare un tailleurino e una scarpetta lucida con il tacco, è meno impegnativo. Se il prossimo anno sarò nuovamente invitato ad andare al Festival di Sanremo, ci farò un pensierino…»