Il cantautore Roberto Angelini intervistato da Rolling Stone ricorda il suo “Gattomatto”, brano del 2003, rivelando che il successo legato al pezzo avrebbe potuto imprigionarlo per sempre:

“…Per me poteva trasformarsi in una prigione a vita. Inseguendo di nuovo quel successo fino ad invecchiare…”.

E poi continua:

“E invece ho tirato la tovaglia, fatto saltare il tavolo. Mi sono messo in proprio, ho aperto un’etichetta indipendente, uno studio e, insomma, ho fatto l’artigiano. Una scelta coraggiosa e, direi, un po’ incosciente…”.

Il cantautore dichiara che il successo di “Gattomatto” non è arrivato casualmente, ma che il suo sogno è sempre stato quello di suonare e non di avere successo:

“No, macché… Fortemente indotto dalla Virgin, la mia etichetta di allora. Studiarono tutto: immagine, mercato, concorrenti. Avevo firmato con loro nel 1999 grazie ai fratelli Sinigallia, con un primo disco onesto. Poi, nel 2003, la casa discografica mi rifece il look. Puntarono su di me e mi misero sotto con vari produttori, finché non uscì fuori ‘Gattomatto’. Sai com’è, avevo 27 anni, non è facile rifiutare una proposta del genere. E neanche giusto. Ma sin da piccolo il mio sogno era suonare, non avere successo. A me piace così: in un localino con 50 persone a fare una jam e il giorno dopo con Marco Mengoni. Questa è la vita che voglio, non quella della popstar…”.

Fonte: Rolling Stone Italia