L’ex campione di atletica Salvatore Antibo, argento olimpico a Seul nei 10.000 metri e doppio oro agli Europei di Spalato 1990, si è sfogato di recente tra le pagine della Gazzetta dello Sport raccontando la sua difficile situazione che lo vede costretto a combattere con l’epilessia e non ricevere cure adeguate.

«Io combatto, non mollo. Come in carriera quando sfidavo i campioni africani. Ma una cosa voglio dire: l’Italia si deve vergognare. A questo Paese ho dato tanto sempre il cuore, ho vinto tanto ma in cambio non ho ricevuto nulla»

Continua Antibo, oggi 58 anni:

«La malattia è incurabile, ho una media di 60 crisi al mese, due al giorno anche se in alcuni giorni sono arrivato a quattro. C’è però una possibilità di poter ridurre questo numero. Da giugno sono in attesa di un intervento. Dovrebbero inserirmi all’altezza della spalla un elettrostimolatore vagale (nella scapola sottocutaneo dove passa il nervo vago, ndr) ma a oggi non ho più avuto notizie. Ho bisogno di una persona sempre accanto a me: quando arrivano le crisi io per tre minuti sono morto. L’emergenza causata dal Covid ha praticamente bloccato tutto il resto del sistema sanitario. E poi se io dovessi entrare oggi in un ospedale sarei a forte rischio perché sono epilettico e asmatico. Per l’atletica sono scomparso, ma io non voglio aiuti, vorrei solo essere trattato come tutti quei cittadini che hanno bisogno di cure mediche. Se l’Italia non è in grado di offrircele dovrebbe vergognarsi».