Quarto film diretto da Marco Risi (prima di Mery per sempre e Ragazzi perduti), Soldati – 365 all’alba ci offre un realistico spaccato del periodo della naja, il servizio militare di leva in Italia, raccontando le vicissitudini di un gruppo di giovani riuniti in un caserma del Friuli Venezia Giulia, ai confini con l’allora Jugoslavia.

A prendere di mira le reclute è il tenente Fili (Massimo Dapporto) che mostra particolare antipatia per il giovane romano Claudio Scanna.L’ufficiale sfoga sul soldato la sua insoddisfazione esistenziale, la delusione per una mancata promozione e la sua morbosa gelosia la moglie. Ma nonostante le angherie il congedo si avvicina. Proprio l’ultima notte i giovani soldati, armati di tutto punto, vengono chiamati per una strana esercitazione e partono in aereo verso ignota destinazione.

La storia, come accennato, si concentra principalmente sul riottoso rapporto tra Fili e Scanna, interpretati rispettivamente da Massimo Dapporto e Claudio Amendola. Come raccontato nelle interviste dei contenuti speciali del DVD, in realtà tra gli attori vigeva un grande clima goliardico. Dice Claudio Amendola:

Che ricordo ha del film?

Un ricordo molto piacevole. Era il mio primo film “serio” e segnò l’incontro con Marco Risi e Claudio Bonivento con i quali ho continuato a lavorare anche dopo. ‘Soldati’ era un film importante per i ventenni di allora, perché ci si potevano rispecchiare. Il personaggio mi è rimasto dentro, pensate che “Claudio Scanna” mi ci hanno chiamato per tantissimo tempo. 

Inoltre ricordo di un meraviglioso rapporto con Massimo Dapporto. L’atmosfera sul set molto divertente. Abbiamo riso tantissimo recitando insieme. Massimo aveva questa parte così dura, negativa, di un uomo spaccato in due, invece lui è la persona più solare e gioviale del mondo. È un maestro nel farti ridere e non ridere lui e io cadevo facilmente nelle sue trappole.

Amendola ha poi raccontato di un particolare ricordo che ha del film:

C’è una cosa che non mi scorderò mai. Nella scena girata di notte, quando il treno arriva alla caserma e ci accolgono i ‘nonni’, fu la serata più fredda degli ultimi 30 anni. Noi avevamo la divisa estiva. La scena era complicata, Marco Risi era anche molto nervoso, ruppe due megafoni. Fummo costretti a stare inquadrati un paio d’ore sull’attenti. Ci beccammo un freddo assurdo, da veri militari. Fu una serata durissima.

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