40 anni fa l’Italia vinceva i Mondiali di Spagna 82. Ecco i ricordi di Tardelli intervenuto ai microfoni del Corriere.

Il più forte?

«Platini era il più intelligente: non riuscivi a puntarlo, lui aveva già smistato la palla; così evitava le botte. Maradona teneva palla e ti puntava lui, fino a quando non lo buttavi giù. Di botte ne ha prese un sacco; ma era fisicamente fortissimo. Il più grande di ogni tempo».

Invece toccò a Gentile marcarlo.

«Ne fui molto sollevato. Claudio fu un po’ rude, ma molto efficace».

Si picchiava di più allora?

«Ti ammonivano solo per un fallaccio. Era un calcio più rude, meno Var».

Passarella tirò una gomitata ad Altobelli, e l’arbitro non se ne accorse.

«Passarella era un duro. Cattivo, ma in senso agonistico. Poi c’erano quelli cattivi sempre, che entravano per fare male».

Spagna '82, L'Italia batte in finale la Germania e si laurea per la terza  volta campione del mondo di calcio!

Lei com’ era?

«Entravo pesante, e non mi lamentavo quando entravano su di me. Però ho sempre mirato il pallone; mai la gamba».

In un Milan-Juve a San Siro la ammonirono dopo cinque secondi, per un’entrata su Rivera.

«Quando lo vedo al circolo del tennis lo prendo in giro ancora adesso: “Ti sei ripreso? Cammini ancora?”».

Come preparaste la sfida con il Brasile?

«Ci riunimmo tra noi. Parlò Zoff. Parlò Bearzot. Disse: lottate come sapete, e ce la faremo. Poi c’era un massaggiatore molto divertente, si chiamava Sandro Selvi. Ogni mattina ci sorrideva: “Cari ragazzi, l’Argentina la battiamo, il Brasile lo battiamo; poi ci svegliamo tutti sudati».

FONTE CORRIERE