Uno dei personaggi più importanti di Teo Teocoli è Caccamo, che fu un suo cavallo di battaglia a Mai Dire Gol. In una recente intervista al Corriere della Sera, l’attore ha ricordato proprio quel periodo:

Come nacque Caccamo?

«L’abbigliamento me lo aveva ispirato Necco, il giornalista di 90° minuto. La parlata mi veniva da quell’anno e mezzo a Napoli dagli zii, avevo preso l’umore della città, i gagà parlavano così, li sentivi dire: Qua non succede mai niente, me ne vado da questa città. E dove vai? A Capri… Vidi quella giacca azzurra, era perfetta, ma strettissima. Anche quello fece gioco. Il regista poi sbagliò e bucò la cravatta, fu un errore geniale».

Galliani?

«Non lo conoscevo, ma vidi i suoi occhi e dissi: quelli possono anche essere i miei occhi».

Iniziò a imitarlo: con l’immancabile impermeabile e l’inseparabile cravatta gialla.

«Era compiaciuto, ma faceva già ridere da solo, quando esultava poi con la bocca storta…».

Ha fatto due Festival di Sanremo con Fazio.

«Se ne parla poco perché lo abbiamo sputtanato con quelle due edizioni, la gente non aspettava altro che uscissi io in mutande a imitare il sindaco Albertini, a cantare come Ray Charles, a parlare come Maldini: diventò un varietà, non più un festival della canzone. A Pavarotti piaceva molto Albertini in mutande, si divertiva come un matto. Una sera ci mancava un ospite, il maestro era lì che ascoltava: Faccio io. La sera dopo arrivò Bono degli U2… A fine Festival mi regalò una sveglia di Cartier».

FONTE CORRIERE