La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza di evasione fiscale ai danni di Tiziano Ferro, dopo anni di ricorsi e difese da parte del cantante di Latina. 

Gli accertamenti fiscali erano scattati in seguito al trasferimento della residenza fiscale di Ferro nel Regno Unito tra il 2006 e il 2008, ritenuto ben presto fittizio e atto a “non pagare le tasse, godendo di un regime fiscale più leggero, appoggiandosi anche a tre società estere, olandesi e inglesi, con soci in paradisi fiscali, per far finire lì il denaro che gli arrivava da diritti sui dischi e tv”. Il cantante era stato assolto penalmente, su difesa dell’avvocato Giulia Bongiorno, “per non aver commesso il fatto” dal Tribunale di Latina del dicembre 2017, tre anni dopo il giudizio della Suprema Corte sull’aspetto delle sanzioni tributarie

Ora però la Cassazione “conferma la natura fittizia del trasferimento della residenza fiscale” e confermerebbe così l’evasione fiscale di oltre 3 milioni di euro per un paio di annualità determinate da alcuni fattori “dalla natura dolosa del comportamento, all’assenza di condotte finalizzate ad eliminare gli effetti dell’evasione fiscale”. I giudici della Cassazione hanno anche lanciato un chiaro monito per i personaggi pubblici ad avere una condotta etica più giusta: “Tiziano Ferro ha un elevato livello economico e culturale, è certamente un personaggio famoso nel mondo della musica e dunque in possesso degli strumenti necessari per valutare la giustezza di un determinato comportamento, oltre ad avere un maggiore onere di condotta etica”.