Urs Althaus ha vissuto molte vite, la più importante dietro lo schermo. Aristoteles è ancora ricordato come il bomber della Longobarda,di Oronzo Canà all’ultima giornata. Lino Banfi è uscito come news sul Guardian, omaggiato dagli inglesi 36 anni dopo l’uscita del film, mentre Urs Althaus ha deciso di raccontarsi in un’autobiografia dal titolo- Io, Aristoteles, il Negro svizzero – andando oltre il film. Uscita nel 2009, verrà ripubblicata da ‘Bibliotheka edizioni’




Tra i contenuti: la promessa del calcio a primo uomo di colore a posare per GQ. Dall’incontro con Lina Wertmüller alla fiducia di Sergio Martino, per il film che l’ha reso famoso. Attore, modello, imprenditore. Una biografia molto diretta in cui vengono toccati vari temi, dall’infanzia all’adolescenza. 

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Di padre nigeriano (mai conosciuto), madre svizzera, Urs Althaus non era solo Aristoteles molto di più. E l’ha raccontato: la droga, il sesso, gli amori, il gossip, gli affetti, le delusioni, il razzismo lo show business e anche il cancro. 

In un’intervista esclusiva rilasciata a ITALIASERA, l’attore ha raccontato dei retroscena della sua malattia. 




Sono stato operato di cancro lo scorso aprile, Non lo avevo ancora detto a nessuno perché non mi piace essere compatito. È andato tutto bene per fortuna. Un segno di Dio. L’operazione è riuscita perfettamente e non c’è stato nemmeno bisogno della chemio, devo però sottopormi a visite specialistiche ogni tre mesi. Anche in quel caso Aristoteles è stato protagonista”.

Come?




Sono stato operato dal primario dell’ospedale, conosciuto in tutta Europa. Mi ha voluto operare personalmente perché ha detto di aver letto il mio libro. Finito l’intervento mi ha affidato ad un altro medico che si è preso cura di me. La prima cosa che mi ha detto? “Ma tu sei Aristoteles”. Quel medico era di Roma.

FONTE ITALIASERA