Zucchero, miele e peperoncino è un film comico italiano del 1980 diretto da Sergio Martino. La pellicola ha avuto un ideale “seguito” con il film Ricchi, ricchissimi… praticamente in mutande del 1982. Entrambi i film hanno lo stesso regista, gli stessi interpreti principali e lo stesso schema narrativo di tre episodi in un unico tribunale. Nel primo episodio i protagonisti sono Lino Banfi e Edwige Fenech. 

(Clicca qui per leggere Lino Banfi in povertà quando era giovane)

TRAMA

Valerio Milanese è un pugliese che, a causa di uno scambio di fotografie, viene scambiato per Matteo Pugliese, un pericoloso assassino ricercato dalla polizia. Una giornalista molto sexy, convinta di aver messo le mani sullo scoop della sua carriera, finisce per peggiorare la sua posizione.

LINO BANFI E LA FENECH

In un blog di Lino Banfi attivo fino a qualche tempo fa, l’attore pugliese aveva voluto raccontare alcune difficoltà che aveva riscontrato nel girare le scene con la bellissima Edwige Fenech. Il blog si chiamava Showfarm e l’aneddoto è riprese dal Forum I Divanotti

“La prima volta che ebbi a che fare con Edvige in una scena sexy fu un po’ traumatica.
Il film era Zucchero, miele e peperoncino. Il suo personaggio, Amalia, mi aveva scambiato per un gangster che si chiamava Pugliese di cognome. Il mio personaggio invece si chiamava Milanese di cognome ed era pugliese di nascita, Da qui l’equivoco. In quella scena Amalia si eccitava a farsi raccontare come avevo ammazzato questo e quello e io, per portarmela a letto, stavo al gioco. Mentre stavamo sul divano io dovevo operare con la mano sinistra sul suo seno ma ero impacciatissimo e la scena non riusciva bene. Il regista Sergio Martino voleva sempre rifarla e Edvige cercava di tranquillizzarmi. Mi diceva: “Non aver timore, Lino, toccami veramente..” Maronna benedetta!!…
So che molti di voi si stanno ingrifèndo all’idea e pensano “se ci fossi stato io…”. Facile a dirsi, però, purtroppo per voi, là ci stavo io e continuavo ad essere impacciato. Insomma alla quinta volta che ripetevamo la scena un macchinista se ne usci con: “A’ Lì’, se volemo sbrigà…pare che stai a svità ‘na lampadina.”
Inutile dire che tutti scoppiarono a ridere mentre io mi volevo sotterrare….”