Il film

7 chili in 7 giorni è uno dei nostri cult preferiti che vede come protagonisti Carlo Verdone e Renato Pozzetto. Diventato un gioiellino tra la filmografia dei due attori, il film uscì nel 1986 sotto la regia di Luca Verdone, fratello minore di Carlo.

Trama

Laureati in medicina con il minimo dei voti, due amici (Verdone e Pozzetto) si improvvisano dietologi e aprono una casa di cura per obesi, riadattando un magnifico casale circondato da boschi, appartenente alla moglie di Verdone, Samantha (Silvia Annichiarico). Richiamati dal battage pubblicitario, affluiscono alla casa di cura una quindicina di persone sovrappeso (di ambo i sessi), ai quali i due garantiscono un dimagrimento sicuro. Il tempo passa tra allenamenti sfibranti, ginnastica e soprattutto continui digiuni, che condurranno i malcapitati pazienti, stremati dalla fame, a compiere anche un’irruzione nella cucina della clinica.

Il ricordo di Yamanouchi

Alcuni lo conoscono come caratterista nelle commedie anni ’80, come proprio in 7 chili in 7 giorni, altri come cattivo in Wolverine – L’immortale, per tanti altri la voce di Ken Watanabe (presente in Batman Begins, Inception, l’ultimo Samurai etc). Hal Yamanouchi è tutto questo. Forse l’artista Giapponese più prolifico qui in Italia. Come non ricordarlo anche insieme a Celentano in Joan Lui, o addirittura nel primo Fantozzi nel ristorante orientale. Non solo, ha lavorato tantissimo anche come mimo e ballerino. È stato premiato come giovane interprete da Gli amici della musica di Novara, ha ottenuto il premio Guido Monaco come danzatore nel gruppo I danzatori scalzi diretto da Patrizia Ceroni, il premio Colpo di Scena come attore nel ruolo di Ariel ne La tempesta diretto da Tato Russo, come performatore alla 1° rassegna internazionale performer & performance a Castelgiuliano. Lo abbiamo potuto intervistare e ci ha parlato anche di 7 chili in 7 giorni:

Verdone e Pozzetto sapevano divertirsi. Io non ero capace ma mi contagiarono. Talmente tanto che in una scena mi misi a improvvisare, facendo finta di addormentarmi mentre Verdone mi parlava, ma Pozzetto non fu d’accordo. In altri paesi sono troppo seri, questo mio giocare sul set successivamente non venne visto bene in America. Ringrazio ancora Verdone e Pozzetto“.

Vi lasciamo qui sotto l’intervista completa: