Correva l’anno 1993 quando usciva nei cinema il film che mise all’opera un giovane Johnny Depp e un ancor più giovane Leonardo DiCaprio, ‘colleghi’ per la prima volta. 

La storia inserisce elementi comici e drammatici ed è magistralmente interpretata dai due attori, soprattutto Leonardo DiCaprio, il quale a soli 18 anni – nel pieno della sua ascesa da divo – incarna uno dei più intensi ritratti di un ragazzo malato di mente mai visti sullo schermo. La sua interpretazione gli fruttò anche una nomination ai Premi Oscar e ai Golden Globe. 

TRAMA BUON COMPLEANNO MR. GRAPE

A Endora, nello Iowa, la famiglia Grape è tutta a carico del giovane Gilbert (Johnny Depp): il padre si è impiccato e la madre, Bonnie, affetta da bulimia nervosa, giace inerte in poltrona, mangiando, fumando e guardando la televisione.  Gilbert deve badare alle sue due sorelle e al fratello Arnie (Leonardo DiCaprio), affetto da autismo. I medici lo avevano addirittura dato per spacciato da anni, tuttavia Arnie, che con le sue mattane e manie crea sempre del disagio e scompiglio in famiglia, arriva alla soglia del diciottesimo compleanno. Gilbert ha una relazione con una donna matura, ma è l’incontro con Becky, nuova del luogo, che porterà ossigeno nella sua vita. 

Alcune curiosità sul film:

Le riprese del film si sono svolte tra il 2 novembre 1992 e il 26 gennaio 1993 in Texas, USA.

La sceneggiatura del film è stata realizzata dall’autore dell’omonimo romanzo, Peter Hedges, mentre alla regia c’è stato lo svedese Lasse  Hallström.

Ai tempi, DiCaprio aveva appena 19 anni e venne chiamato a interpretare un ruolo decisamente impegnativo che interpretò con tanta mestizia e impegno. Al contrario, Johnny Depp dichiarò di trovarsi in un periodo molto difficile all’epoca e di aver ‘torturato’ DiCaprio sul set. Ecco le sue parole: 

Rispetto molto Leo. Ha lavorato duramente in quel film e ha fatto molte ricerche. Ogni giorno sul set era pronto a impegnarsi intensamente. Io però ero in un periodo molto difficile, per qualche ragione. E così, non so perché, lo torturavo. Davvero. Mi parlava in continuazione di videogiochi oppure mi chiedeva se volevo dare un tiro alla sua sigaretta. Gli rispondevo: “No, non voglio fumare con te mentre ancora ti nascondi da tua madre, Leo”.

DiCaprio, all’epoca ancora lontano dai fasti di “Titanic”, rivelò in seguito che avere la possibilità di lavorare con Depp era stato per lui “come vincere alla lotteria”.