TRAMA

L’autore di maggior successo della Londra Vittoriana vuole dare una svolta alla sua carriera e si reinventa le festività natalizie in Dickens – L’uomo che inventò il Natale, una divertente ed incantevole incursione nella vita e nella mente del grande scrittore Charles Dickens al momento della creazione della favola natalizia per eccellenza, Canto di Natale. Dopo aver pubblicato una serie di racconti di successo, il rinomato scrittore Dickens (Dan Stevens) sta facendo i conti con i suoi primi insuccessi. A causa delle richieste della sua numerosa famiglia e delle sue abitudini stravaganti, il suo portafoglio si è svuotato molto rapidamente, rendendolo smanioso di scrivere un altro best seller. Tormentato dal blocco dello scrittore e alle strette con il suo editore, inizia a coltivare un’idea a prova di bomba: una storia natalizia che sia in grado di catturare l’immaginazione dei suoi fan e al contempo riesca a risolvere i suoi problemi economici. Ma dovrà lavorare senza sosta: mancano sole sei settimane per scrivere e pubblicare il libro prima che inizino le festività. Dickens si isola dal mondo per mettersi all’opera, ma nella sua abitazione di famiglia – nella quale abita anche quel dissoluto del padre (l’attore premiato ai Tony® Jonathan Pryce) – concentrarsi è impossibile. Lavorando fino a tarda notte lo scrittore mette insieme i suoi ricordi per dare forma ai fantasmi del Natale del presente, del passato e del futuro, posizionandoli in rotta di collisione con il tirchio 5 misantropo Ebenezer Scrooge (interpretato dal premio Oscar® Christopher Plummer)

RECENSIONE

Questo si può definire come il film di Natale del 2017, si ripercorre attraverso varie tappe la realizzazione del libro forse più famoso sul Natale, attraverso gli occhi e la storia del suo autore.

All’inizio del film troviamo una realtà nuova, siamo infatti in epoca vittoriana, non siamo abituati realmente a vedere i fantasmi del passato, del presente e del futuro materializzarsi nella testa dell’autore. Siamo abituati invece a vederli nel cartone famoso con Topolino o nel film di Jim Carrey e in questo sta la magia del film. Lo spettatore si catapulta molto velocemente nella testa dello scrittore e riesce a capire tutti i suoi movimenti e pensieri che lo portano a scrivere il racconto più bello di sempre. L’animo di Dickens viene delineato perfettamente, così come la sua storia personale. Nella sua infanzia fu costretto a lavorare, sfruttato, in una fabbrica, a causa dell’arresto per debiti del padre. A 11 anni la sua vita cambiò radicalmente, da qui la particolare sensibilità che lo rese vero cantore dell’infanzia disgraziata dell’età vittoriana, oltre che delle drammatiche diseguaglianze sociali.

 

Tutto il film gioca sulla contrapposizione tra la vita dello scrittore reale e quella immaginaria, tutte le sue esperienze di vita vengono codificate nel racconto. In primis viene analizzato molto il suo rapporto con il padre, che lo porta a un’infanzia molto difficile ma si sa a Natale siamo tutti più buoni e quando nostro padre viene a trovarci è difficile mandarlo via. 

Il regista ci mostra un uomo distrutto, spietato nei confronti dell’affetto irresponsabile ma sincero del padre , alle prese con un percorso di risanamento di queste ferite, così come quelle dei suoi personaggi, non sempre molto obbedienti e anzi anche fastidiosi. Lo Scrooge, interpretato magistralmente da Christopher Plummer è il vero nodo centrale del film. 

 

In definitiva il film è una versione diversa del solito Canto Di Natale in cui rivedrete gli stessi protagonisti ma in una chiave decisamente diversa e con l’aggiunta della storia dell’autore.