Il film

Ispirandosi all’omonimo romanzo del 1969 di Mario Puzo, Il padrino di Coppola inaugura un nuovo modo di raccontare la mafia, sviscerandola dall’interno e idealizzandone in parte figure e rituali. Marlon Brando si presenta in quella che è certamente la sua più celebre interpretazione, e il suo Vito Corleone è ancora oggi ricordato nell’immaginario collettivo come il boss mafioso per antonomasia. Vincerà l’Oscar. Al suo fianco, un Al Pacino a inizio carriera, che proprio grazie alla parte di Michael Corleone otterrà fama e i primi riconoscimenti. Altri premi Oscar andranno invece al film e alla sceneggiatura non originale. Arriveranno anche altri due capitoli della saga, dando forma così ad una trilogia.

La trama

Ambientato nella New York del 1945, racconta la storia dei Corleone, la più potente famiglia italo-americana mafiosa della città. Prostituzione, racket, gioco d’azzardo sono le attività in cui è specializzata e il patriarca Don Vito (Marlon Brando) ha stabilito negli anni un potere fondato sulla violenza ma soprattutto sui debiti: elargendo favori in cambio di fedeltà e riconoscenza, ha amicizie importanti tra personaggi di spicco della società newyorkese. Si avvale del contributo dei suoi figli: l’iracondo Santino detto “Sonny” (James Caan), l’ingenuo Fredo (John Cazale), e il figliastro Tom Hagen (Robert Duvall), avvocato di spicco e braccio destro del padre tra i consiglieri per gli affari illegali.
Dopo il fastoso matrimonio della figlia Connie (Talia Shire), Don Vito riceve il trafficante di droga Sollozzo (Al Lettieri), ma nega la propria protezione e il supporto economico per un nuovo traffico di stupefacenti; questo rifiuto scatena una guerra feroce tra le famiglie mafiose, fatta di vendette, ritorsioni e attentati per affermare la supremazia sulla città.
Lo stesso Don Vito rimane ferito in un attacco; il figlio Michael (Al Pacino), decorato della seconda guerra mondiale e fino ad allora estraneo alle attività criminali della famiglia, decide di vendicare l’attentato insieme al fratello Sonny…

Sonny

James Caan nel Il Padrino interpreta la parte di Sonny il figlio prediletto di Don Corleone. James ha spesso raccontato di essere stato confuso nella vita reale per un mafioso, di essere stato eletto due volte “italiano dell’anno” lui, di origine ebree, figlio di due immigrati fuggiti dalla Germania di Hitler negli anni Trenta, di essere stato più volte oggetto delle attenzioni della polizia. Se la trilogia delPadrino gli avrà dato qualche noia con le forze dell’ordine, è stata però anche l’occasione che succede una volta in una carriera artistica, la sua unica nomination agli Oscar e il ruolo con cui verrà sempre ricordato.

Nel dopo-Padrino James Caan ha soprattutto digrignato i denti e si è scorticato le nocche a furia di dar pugni: «Ho fatto ottimi film» rivendica in un’intervista. «40.000 dollari per non morire di Karel Reisz, Funny Lady con Barbra Streisand e il mio preferito, Strade violente di Michael Mann». Ma in una filmografia che sfiora i 140 titoli, tra cinema e tv, vale la pena di citarne altri: Arriva un cavaliere libero e selvaggio, Quell’ultimo ponte, Rollerball e il film del “comeback”, diretto dall’amico Rob Reiner, Misery non deve morire, o ancora la commedia Mickey occhi blu in cui è nuovamente un mafioso, e inaspettatamente Dogville, diretto da Lars von Trier. Precisiamo che purtroppo dal 1982 al 1987 Caan non ha interpretato alcun film. Sofferente infatti di depressione in seguito alla morte della sorella, comincia ad abusare di cocaina.

Oggi

Tra il novembre 2007 e l’agosto del 2015, è stato il presidente di openfilm.com un sito web che offriva 1 milione di dollari di finanziamento per trovare l’autore di un film indipendente.

James Caan fu un amico di Jo-Jo Russo, uno dei capi della famiglia Persico: fu testimone non ufficiale al processo “Mafia Commission”, e partecipò come spettatore al “processo show” di Carmine Persico. Quando venne resa pubblica l’incriminazione (per omicidio e passaggio di informazioni riservate a Greg Scarpa, informatore dell’FBI) da parte dell’agente dell’FBI Lin DeVecchio, Caan scrisse una lettera a C.J. Hynes, procuratore distrettuale di Brooklyn, ringraziandolo per aver agito contro una corruzione così dilagante e virulenta, e riaffermando la sua amicizia con Jo-Jo Russo.

Anche se molto attivo, recentemente non ha partecipato a film diventati famosi in tutto il mondo o comunque blockbuster rimanendo comunque a ottimi livelli. E vorremmo pure vedere.

HOLLYWOOD, CA – APRIL 22: Actor James Caan attends Humane Society of The United States’ annual To The Rescue! Los Angeles benefit at Paramount Studios on April 22, 2017 in Hollywood, California. (Photo by Jason LaVeris/FilmMagic)