Quando pensi a un’icona sexy, non può non venirti in mente Laura Antonelli.

Laura Antonaz, questo il suo vero nome, è stata una delle protagoniste del cinema italiano. a lungo considerata una delle «bellissime quattro» dalmato-istriane insieme a Sylva Koscina, Femi Benussi, e Alida Valli.

PRIMI ESORDI

Nata il 28 novembre 1941 a Pola, allora città dell’Istria, dopo gli studi a Napoli si trasferisce a Roma con i genitori, dove insegna ginnastica, girando le prime pubblicità alcune pubblicità per «Coca Cola», e diventando modella di fotoromanzi. L’esordio al cinema avviene nel 1964 nella pellicola di Antonio Pietrangeli «Il magnifico cornuto», in cui interpreta però una piccolissima parte, e in «Le sedicenni» di Luigi Petrini, l’anno successivo. Qualche anno più tardi, nel 1969, le viene offerto il ruolo da protagonista per «Venere in pelliccia» di Massimo Dallamano, ma la censura blocca il film, che uscirà solamente nel 1975 con il titolo «Le malizie di Venere».

IL SUCCESSO

La fama arriva con «Il merlo maschio» di Pasquale Festa Campanile, dove è  Costanza Vivaldi, moglie del violoncellista Niccolò Vivaldi, interpretato da Lando Buzzanca. È nel 1973, tuttavia, che l’attrice diventa un’icona sexy  con il film di Salvatore Samperi «Malizia», in cui veste i panni di una cameriera sexy. Il film le vale un Nastro d’Argento come miglior attrice protagonista, e un Globo d’Oro come miglior attrice rivelazione.

LA GRANDE REGINA DELLA COMMEDIA ITALIANA

In seguito Laura Antonelli alternò interpretazioni in film d’autore come Trappola per un lupo di Claude Chabrol, sul cui set conobbe Jean-Paul Belmondo con il quale ebbe una focosa e tribolata relazione, Sessomatto di Dino Risi e Mio Dio, come sono caduta in basso! di Luigi Comencini (per il quale vinse un secondo Globo d’oro), a film interamente scritti per la sua figura di attrice come Peccato veniale, sempre di Salvatore Samperi, o Divina creatura di Giuseppe Patroni Griffi nel quale la Antonelli interpretò una scena di nudo integrale della durata di ben sette minuti, un vero record per l’epoca.

GLI ANNI 80

Gira poi con Alberto Sordi «Il Malato immaginario» e «L’Avaro», entrambi di Tonino Cervi,Gli ‘80 sono gli anni della commedia sexy all’italiana, come «Grandi magazzini» di Castellano e Pipolo, «La Venexiana», al fianco di Monica Guerritore, e in tv, dove appare in «Gli indifferenti» (1988) e in «Disperatamente Giulia» (1989), diretta rispettivamente da Mauro Bolognini ed Enrico Maria Salerno. Tuttavia, l’ascesa nel mondo del cinema si arresta improvvisamente nel 1991

L’INIZIO DELLA DISCESA

La parabola ascendente di Laura Antonelli si interruppe nei primi anni 90.

Nella notte del 27 aprile 1991 nella sua lussuosa villa “Trovarsi” di Cerveteri vennero trovati 36 grammi di cocaina. L’attrice fu condannata in primo grado a tre anni e sei mesi di carcere per spaccio di stupefacenti. Nove anni dopo, nel 2000, venne assolta dalla Corte d’appello di Roma, che la sentenziò come consumatrice abituale di stupefacenti ma non spacciatrice. La legge italiana sulla droga era nel frattempo cambiata e l’assunzione di sostanze stupefacenti per uso personale non costituiva più reato.

Antonelli ritornò al cinema nel 1991 con Malizia 2mila, seguito della pellicola che l’aveva resa celebre, sempre diretto da Salvatore Samperi e prodotto da Silvio Clementelli. Durante le riprese, Antonelli si sottopose alle cure di un chirurgo estetico per nascondere alcuni inestetismi dell’età, ma la questione finì in tribunale dove l’attrice chiese un risarcimento miliardario, processo conclusosi dopo tredici anni con il rigetto delle pretese risarcitorie di Antonelli il cui problema è stato riconosciuto dovuto a una malattia chiamata edema di Quincke e non ai trattamenti estetici. L’attrice rimase sfigurata.

(Clicca qui per leggere le dichiarazioni di Lino Banfi)

LA DEPRESSIONE E L’ULTIMA INTERVISTA

A partire dagli anni 2000 l’attrice attraversò una profonda crisi sia economica sia psicologica che l’indusse a rifiutare anche l’aiuto degli amici. Nel 2009 per iniziativa del comune di Ladispoli, con l’obiettivo di tutelarla dagli approfittatori, venne interdetta e seguita da un avvocato con le funzioni di tutore, da un’assistente sociale e da una badante.Il 3 giugno 2010 l’attore e amico Lino Banfi lanciò un appello sul giornale il Corriere della Sera all’allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi e al ministro per i Beni e le Attività Culturali Sandro Bondi, in cui chiedeva sostegno economico per l’Antonelli la quale viveva con appena cinquecento euro al mese di pensione. Sebbene il Ministro avesse accolto la richiesta l’attrice rifiutò l’aiuto chiedendo di essere dimenticata.

Concesse tuttavia un’ultima intervista al periodico locale free-press L’Ortica nel marzo del 2012

“I piu’ grandi errori della mia vita? La droga e sposarmi a 24 anni, senza capire cosa stessi facendo. Può sembrare paradossale ma un giorno ti guardi allo specchio, vedi che sei bella, ricca e famosa ma ti accorgi che hai un vuoto dentro. Così arrivano scelte sbagliate, cadi nel precipizio e solo grazie alla fede ho superato tante avversità”

LA MORTE

Morì per un infarto abbandonata da tutti nella sua abitazione di Ladispoli la mattina del 22 giugno 2015 a 73 anni.

FONTE CORRIERE