Il film

Dopo A Lupo A Lupo e prima di Viaggi di Nozze, Carlo Verdone uscì nel 1994 con un altro film che lavora sull’equilibrio tra commedia e dramma, Perdiamoci di vista, film con con co-protagonista Asia Argento, apprezzato sia dal pubblico che dalla critica.

La trama racconta le vicende di Gepy Fuxas, conduttore di un popolare programma televisivo, Terrazza Italiana, nel quale vengono invitati come ospiti delle persone considerate veri e propri casi umani, trattati in maniera derisoria e avvilente. Arianna, costretta su una sedia a rotelle, si trova nel pubblico e durante una puntata, stanca degli insulti del presentatore, lo aggredisce verbalmente, scatenando in lui una risposta più che infelice. Gepy viene licenziato di colpo e da quel momento comincia a pensare agli errori commessi…quando incontra casualmente Arianna per strada, la sua vita prende una piega imprevista.

Un film ritratto della TV del dolore

Con Perdiamoci di vista, Carlo Verdone, con l’aiuto di Francesca Marciano con la quale ha scritto il soggetto e la sceneggiatura, crea un impietoso ritratto della tv del dolore, ma anche un film sulla creazione delle forme dello spettacolo. È forse uno dei titoli di Verdone dove il suo protagonista sembra una delle ‘maschere della commedia all’italiana’. Bugiardo, fintamente bonario, ma che alla fine scopre una sua umanità.

Tra le pagine di un suo libro, Verdone racconta così alcuni paragoni fatti con il personaggio di Gepy Fuxas:

Qualcuno diceva “Io ci vedo Castagna”, qualcuno “Io ci vedo Costanzo”… Allora un giorno fecero un sondaggio del tipo “Si riconosce lei nel personaggio?” , “No. No!” … Alla fine non si riconosceva nessuno… In realtà mi ero ispirato a tutti e a nessuno, tanto sono tutti uguali. L’unica cosa sgradevole fu quando un dirigente televisivo scrisse “Non ho mai visto un film falso come l’acqua quanto PDV”… Scagnetti, ex commissario della Mostra di Venezia. Poi venni a sapere che Cecchi Gori aveva dato il film alla Rai: gli dissi “Vittorio non lo dare più alla Rai perché c’è un attacco pesante!” Ma era tardi. Allora dentro di me pensai che fare: le poche volte che mi hanno attaccato ho sempre risposto a tono, ma stavolta decisi di ignorarlo. Il film esce in televisione, fa un sacco di milioni di ascolto, diventa uno dei massimi ascolti italiani (ed è il mio terzo, dopo I due carabinieri e Io e mia sorella) e a quel punto mi chiamarono i dirigenti della Rai per ringraziarmi… E mi sono preso una rivincita. Perdiamoci di vista non è un film falso come l’acqua, sicuramente. È un film molto vero.

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