Il 23 novembre 1995, giorno del Ringraziamento, Pink rischiò la morte per overdose. Quello stesso giorno Alecia Moore ha giurato a se stessa che non avrebbe più fatto uso di droghe. E così è stato. Poche settimane più tardi firmò il suo primo contratto discografico con il gruppo R&B “Choice” e cinque anni più tardi si è lanciata come solista, scegliendo come nome d’arte Pink, che era il nome con cui era conosciuta quando era un’adolescente ribelle. Ma il ricordo di quella terribile esperienza vissuta a soli 16 anni è sempre vivo nella memoria della popstar che, non a caso, ne ha parlato anche in occasione di una recente apparizione a «60 Minutes».

«Il Giorno del Ringraziamento del 1995 ero a un rave e sono andata in overdose – ha raccontato Pink – . Avevo preso ecstasy, polvere d’angelo, cristalli, ogni genere di cosa… avevo esagerato». In un’intervista a Shape del 2012 la cantante aveva ammesso per la prima volta l’overdose. «Ricordo di essermi alzata dal pavimento la mattina e quella fu l’ultima volta. Non ho mai più toccato una droga». A spingerla all’inferno è stato anche l’ambiente familiare tossico nel quale è cresciuta e che l’ha segnata profondamente fin da bambina. «Ero una punk e soffrivo – ha detto ancora Pink alla conduttrice Cecilia Vega – . Fondamentalmente, sono cresciuta in una casa dove ogni giorno i miei genitori si urlavano addosso, si lanciavano oggetti e si odiavano. E poi mi sono drogata. Vendevo droga. Poi sono stata cacciata di casa. Ho abbandonato la scuola superiore. Ero fuori dai binari»