Pippo Franco è diventato famoso per i suoi film ma anche per la satira politica nel Bagaglino. Ora l’attore ha deciso di passare dall’altra parte della sponda a 80 anni, proprio come aspirante politico e accettando un posto in lista alle elezioni amministrative di Roma, al fianco del candidato di centrodestra Enrico Michetti. Programma del centrodestra – Enrico Michetti ha appena svelato il suo programma, partendo dal futuro dell’Atac l’azienda dei trasporti nell’occhio del ciclone per la gestione della giunta Raggi: “Deve rimanere di proprietà pubblica – ha detto il candidato del centrodestra – ma non sono escluse collaborazioni e partecipazioni industriali di settore perché “attraverso una sinergia con aziende qualificate del settore, esempio Ferrovie dello Stato o soggetti di analoga caratura, si può ambire a creare una dimensione del trasporto pubblico competitiva a livello nazionale e internazionale”.

Ecco quello che ha detto al Corriere.it

Carlo Calenda ha aperto una riflessione sul museo unico della storia di Roma all’interno dei Musei Capitolini, progetto in parte condiviso anche da Sgarbi: la ritiene una proposta valida?
«La proposta di Calenda è innovativa, ma vedo l’intera città come elemento di diffusione della cultura nel mondo. Non esiste un luogo come Roma, ha una tale storia… purtroppo non viene valorizzata come dovrebbe. Penso al cinema, ai festival, a come incrementare l’attività di registi, poeti, artisti, scrittori… La storia di Roma si divide in tre punti: quella vera, il modo in cui viene raccontata e ciò che si vuole tenere fuori dalla narrazione».

A cosa si riferisce quando accenna all’oblio calato su alcuni aspetti della storia della città?
«Gli esempio non si contano, ma per citarne uno penso al pittore Giulio Turcato, che ho conosciuto personalmente e il cui contributo è stato anticipatore rispetto alle tendenze artistiche che sarebbero emerse di lì a poco. Ho visto di recente una sua mostra a Santa Severa, non a Roma… si è dimenticato il potenziale diffusivo della visione artistica della città».

Le piacerebbe fare l’assessore alla Cultura?
«Non me lo sono chiesto, vorrei essere utile manifestando quello che penso… se poi per i giochi del destino mi verrà proposto valuterò…».

Con Il Bagaglino lei ha attraversato le fasi più significative della storia repubblicana, come racconterebbe il momento attuale?
«L’ironia è un linguaggio, non identificazione… C’è stato un periodo in cui prevaleva l’ironia di sinistra, quella di Dario Fo per intendersi, grande artista e gran persona… poi quella di centro, che si fermava alla caricatura fornendo le chiavi per interpretare la realtà. Giulio Andreotti è stato un uomo estremamente spiritoso, ricordo che una volta presentammo insieme i nostri libri e facemmo anche una passeggiatina insieme…».