In previsione della 10° edizione della giornata mondiale sul cinemautismo, verranno proiettati lungometraggi ed anteprime nazionali da tutto il mondo con la partecipazione di ragazzi con sindrome di Asperger.
In collaborazione con l’ASFF uno dei film presentati è “Quanto basta” di Francesco Falaschi con protagonisti Vinicio Marchioni (Romanzo criminale) Valeria Solarino (Smetto quando voglio) e Luigi Fedele (Piuma).
La trama del film vede uno chef talentuoso di nome Arturo, finito dentro per rissa, che si ritrova a dover scontare una pena ai servizi sociali tenendo un corso di cucina in un centro per ragazzi autistici. Qui conosce la bella Anna e Guido, un ragazzo con la sindrome di Asperger e appassionato del mondo culinario. Tra i due nascerà un’amicizia all’inizio improbabile ma col tempo rafforzata da entrambi in un percorso d’introspezione al fine di ridefinirsi come persone. Sarà proprio questo mutamento a rovesciare e stravolgere le loro vite, al punto tale da farci chiedere: chi sta realmente accompagnando chi?
È proprio il regista Falasca a risponderci:
 
“Trovare un equilibrio in questa pellicola non è stato facile. C’era il rischio di fare una commedia banale sulla cucina che però doveva fare solo da sfondo senza spostare l’attenzione sul contenuto essenziale. Volevamo suggerire un punto di vista diverso, far vedere la fatica che c’è dietro il campo della ristorazione in situazioni fuori dal comune. La neurodiversità non è riconosciuta e sostenuta come dovrebbe, e “Quanto basta” è un film che riesce ad entrare nel cuore degli spettatori per l’emotività che trasmette. Gli attori e autori inizialmente inesperti in materia sono riusciti a trovare il giusto approccio verso un tema così importante, anche grazie alla collaborazione con le persone affette da Asperger coinvolte nel film.”
 
Il personaggio di Luigi Fedele (Guido) definisce la relazione tra spazio e corpo, infatti vediamo spostarsi il modo di affrontare le cose, non più dato dall’esteriorità ma dall’interiorità, con l’aiuto del personaggio di Vinicio Marchioni (Arturo). Tra i due lui era quello che aveva più necessità d’aiuto per riprendere in mano la sua vita, e ciò avviene proprio grazie alla fragilità e personalità di Guido. La neurodiversità, infatti, non è inferiorità e Arturo lo fa ben capire attraverso il suo “non pietismo” e trattando il ragazzo come un suo pari. Forse è proprio questo che ci fa vedere il film da un punto di vista umano, toccante e profondo.
Questo film mostra l’esistenza di due mali, quello della diversità di Guido e quello di Arturo del volersi riappropriare della propria vita.
Arturo è un protagonista non-protagonista che ha sulle spalle un ruolo fondamentale ma non principale per poter permettere l’apertura e lo svolgimento del film. Molto suggestivi a livello fotografico sono gli splendidi scenari della Toscana che fanno da sfondo, in particolare la Tenuta di Dolciano e i paesaggi lunari che ci trasportano in un viaggio breve e lontano dalla città.
Per ultimo ma non per questo meno importante è il titolo che in principio doveva essere “palato assoluto” ma che è stato successivamente cambiato in “Quanto basta” poiché risultava essere legato troppo al lato culinario e non al vero senso che si voleva dare.