Stefano Righi e Stefano Rota famosissimi come Johnson e Michael Righeira, rimarranno sempre nell’olimpo della musica pop. Da «Vamos a la playa» a «L’estate sta finendo», una parabola eterna durata troppo poco. Ecco un estratto di un’intervista al Corriere di Stefano Righi dove parla delle sue canzoni cult:

«L’estate sta finendo» (1985) fu pubblicata prima dell’estate, un controsenso…

«Infatti la casa discografica era preoccupata, temevano che la gente potesse prendere male questa incongruenza, ma un pezzo estivo non poteva uscire a settembre! Andò bene perché poi abbiamo vinto il Festivalbar».

Come ha vissuto questo schiaffo improvviso di popolarità?

«Con estrema incoscienza: sono passato dal non avere una lira a poter prendere aerei e taxi senza pensarci, potevo scegliere gli alberghi più belli, vivevo nei residence. Ho buttato via un sacco di soldi».

Quanto ha sperperato?

«Non ne ho la minima idea, anche perché non so neanche quello che ho guadagnato»

L’immaginario di «Vamos a la playa», anno 1983…

«Quella canzone a tutti gli effetti è l’evoluzione delle prime cose che avevo scritto, ispirate agli anni 60, da autarchico e futurista quale mi sentivo. Vamos a la playa era sì una canzone da spiaggia ma postatomica, immaginava uno scenario apocalittico fatto di bombe, radiazioni, mare contaminato. I fratelli La Bionda divennero i nostri produttori, ci presero sotto la loro ala e intuirono il potenziale del brano. La mia versione però era molto più dark, new wave, molto cupa, l’idea era il contrasto tra l’andare in spiaggia e le bombe che esplodevano; loro la resero molto piu solare, tanto che del testo non si è parlato per molti anni, nessuno ci ha fatto caso, è stato oscurato dalla melodia».

fonte CORRIERE

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