Recentemente abbiamo avuto il piacere di intervistare il mitico Andrea Roncato, l’attore romagnolo che negli anni ’80 abbiamo visto in moltissimi film cult tra cui Acapulco, prima spiaggia… a sinistra, Fantozzi Subisce Ancora, L’allenatore nel pallone e I pompieri.

Ci ha parlato di tutto, dalla scena improvvisata nei panni di Loris Batacchi al perché non tornò in Pompieri 2. 

E come abbiamo fatto con Gegia, lasciandovi l’intervista integrale qui sul sito, facciamo di seguito la stessa cosa con quella di Andrea. Buona lettura!

Partiamo da “Acapulco, prima spiaggia… a sinistra”. Cosa ricordi?

“‘Acapulco’ è stato uno dei primi film che facevamo. Io avevo fatto ‘Qua la mano’ con Celentano, poi ‘I camionisti’ con la regia di Flavio Mogherini. Eravamo gasati perché lo giravamo a Bologna. A Bologna con il nostro pubblico, la nostra gente che ci vedeva in piazza, con tutta la gente intorno che guardava ci sentivamo dei divi. Bologna era la nostra città. E poi erano i tempi dove ci si divertiva davvero, a Riccione facevi fatica la sera a girare per Viale Ceccarini perché sembrava di essere ad un concerto di Vasco. Vedevi milioni di belle ragazze abbronzate e quindi ti facevi un giro di due ore e vedevi ogni grazia di Dio”.

Andiamo avanti. “Fantozzi subisce ancora”. Com’è stato girare la scena di Loris Batacchi?

“La scena di Loris Batacchi è stata molto divertente perché io avevo già lavorato varie volte con Paolo. Anzi, devo dire, io mi vanto di avere avuto sempre il suo affetto. Paolo a volte prendeva in giro tutti, poteva sembrare sgarbato, ma giocava a fare lo sgarbato per vedere le reazioni di quello che gli stava davanti. Io avevo già lavorato con lui a ‘Grand Hotel’, una trasmissione di grande successo a Mediaset. In quel programma facevamo le gag con Tony Curtis o Alain Delon. Era una specie di fiction varietà nel senso che arrivavano degli ospiti e succedeva qualcosa e venivano coinvolti nelle gag del ‘Grand Hotel’. Villaggio faceva un personaggio che aveva inventato lui, una signora di sinistra estremamente femminista innamorata del direttore, che ero io. Lei parlava e faceva grandi comizi in favore delle donne, poi quando mi vedeva si scioglieva e faceva tutto il contrario di quello che aveva detto. Io avevo già lavorato lì e allora già mi gasava il fatto che uno come Villaggio voleva me. Come fare le cene con lui, se non c’ero io lui non le faceva. Poi abbiamo fatto ‘I pompieri’, abbiamo fatto Loris Batacchi, questo personaggio inventato dal regista Neri Parenti: c’era un po’ l’idea di quello che dovevamo fare, c’era anche il copione, ma noi quando arrivammo lì lo stravolgemmo tutto. Mi ricordo Milena Vukotic, che era in imbarazzo vero quando diceva: ‘La signora è una che ha goduto poco’ e le davo in mano un vibratore: lei non se l’aspettava. Lei nella vita è una persona molto per bene, molto carina, molto di classe e quando le facevamo quelle cose lei non sapeva cosa fare, si vede bene nel film”.

Improvvisata?

“Con Paolo era tutto un po’ improvvisato. Quando fece ‘Carabinieri’ con noi, tu facevi il copione quando eri con lui, studiavi le battute, poi quando andavi sul set cambiava tutto. Io e lui funzionavamo molto bene perché poteva cambiare quello che voleva e io gli andavo dietro. Non mi metteva in imbarazzo se cambiava le cose. Se gli veniva qualcosa e vedeva che funzionava, la aggiungeva. Era un istrione. Era fatto così. Durante ‘Carabinieri’, per prenderci in giro fece la cena alla fine della serie con i fuochi d’artificio e poi improvvisamente sparì, ci lasciò lì come dei poveri cretini a pagare tutto. Non perché lui era tirchio, era uno che casomai spendeva 10 milioni per fare da Lodi a Milano in aereo privato però si divertiva a prendere in giro la gente. Fermava per strada gli amici che incontrava e gli diceva: ‘Dai venite dentro, ci beviamo uno champagne, cosa volete? Cristal? Dom Perignon? Poi andava fuori e ti lasciava lo champagne da pagare. Continuava a fare gli scherzi”.

Parliamo di un altro tuo film “Mezzo destro mezzo sinistro”. Giocavi veramente a calcio?

“Io ero un giocatore di pallacanestro. C’eravamo conosciuti con Gigi in parrocchia. C’era una squadra che faceva i tornei di basket fra le parrocchie e giocavamo per tre, quattro ore ogni giorno all’oratorio. Nel nostro campo facevamo canestro ad occhi chiusi, sdraiati per terra, tirando la palla senza guardare. Eravamo fortissimi e infatti nel torneo eravamo sempre fra i primi. Abbiamo giocato per anni… Io allora facevo molta atletica, quindi anche se sono 1.82 mi attaccavo al ferro, avevo molta elevazione, ero uno che da metà campo se tiravo andava dentro. Quando abbiamo fatto ‘Don Tonino’ ci sono dei finali dove giocavamo proprio a basket, in ricordo dei nostri tempi. A calcio ci giocavo così, quando c’erano le partite ma non mi è mai piaciuto tanto come il 98% degli italiani. Quando giocavo a pallone tenevo abbastanza a livello di corsa, però non ero un grande giocatore. C’erano poche cose da fare, facevo gol con il sedere o qualche finta che risultava comica. Mi ricordo che c’erano anche due o tre dribbling fatti bene nel film, questo perché allora c’era Pino Insegno che giocava nei giovani della Roma: erano le gambe sue a fare quei dribbling“.

E Leo Gullotta?

“Con Leo Gullotta ho fatto parecchie cose, è un attore eccezionale, una persona eccezionale. Un uomo di una semplicità, di una carineria, sempre dolce. Poi un bravissimo attore. Con Gullotta ho fatto pure un film che non è stato visto da tanti ma che era bello, ‘Tango blu‘ si chiamava, con la regia di Alberto Bevilacqua, che aveva fatto ‘La Califfa’ con Tognazzi. Aveva il problema di essere un po’ confusionario, ma era un film stupendo. Se tu prendi i pezzi del film spaccati l’uno dall’altro sono bellissimi, solo che insieme non si capiva niente. Un film molto bello, con Antonella Ponziani, Leo Gullotta… c’era addirittura Franco Franchi con una parte drammatica.”

Come hai impostato il personaggio di Margheritoni?

“Allora c’era un giocatore italiano, che era andato a giocare in America e ci eravamo riferiti un po’ a lui. Chinaglia

Passiamo a “I pompieri”.

“‘I pompieri’ è stato una cosa di grande divertimento perché c’erano tutti amici, da Christian, a Boldi, a Banfi, a Villaggio. Allora io conoscevo bene, tra virgolette, Moana che faceva la parte della moglie di Ruoppolo che era Banfi. Lei voleva fare l’attrice. Non era una pornodiva, fece anche un’altra cosa con me e Gigi, ‘Doppio misto’. Poi io l’ho persa di vista e ha cambiato lavoro, affari suoi, tanto di rispetto per qualsiasi scelta. Oltretutto era una persona molto in gamba”.

Perché non ci sei nel sequel?

“Perché io sono sempre un po’ restio a fare seguiti, già con ‘Rimini Rimini 2’ mi ricordo che non lo volevo fare. Alla fine lavorai un giorno, facendo preparare tutte le mie scene una dietro l’altra da fare in un giornata soltanto. Presi un mucchio di soldi quel giorno lì e poi in più mi firmarono un contratto per fare un film con un regista che piaceva a me che era Luciano Odorisio scegliendo l’attrice che volevo io, che poi fu Elena Sofia Ricci. Il film era ‘Ne parliamo lunedì’, film bellissimo che prese il David di Donatello, pluripremiato. Lo feci allettato da queste promesse che poi furono realtà del produttore. Per ‘i Pompieri 2’ quindi in parte non volevo e comunque stavo lavorando in ‘Il lupo di mare’, non potevo neanche farlo anche se mi chiamarono. “

Continua Andrea:

“Ma anche ‘L’allenatore nel pallone 2’ io l’ho fatto per amore di Sergio Martino con il quale ho fatto tantissime cose. Me lo chiese da amico e non potevo dirgli di no. Però sapevo che purtroppo non sarebbe stato bello come il primo anche perché quelli che scrivono non capiscono una cosa importante secondo me. Se fai il seguito di un film, quelli che hanno amato il primo vogliono vedere che fine hanno fatto i personaggi, non ne vogliono vedere altri che fanno la stessa cosa. Vogliono vedere il continuo della vita, dopo la prima storia. “

Perché non c’è Gigi ne “L’allenatore nel pallone 2”?

“Perché loro sono stati cretini a non chiamarlo”.

Passiamo a “Rimini Rimini”.

“Lì è stato divertente anche perché io e Gigi facevamo le serate nelle discoteche. Una volta nelle discoteche si andava a ballare alle nove, nove e mezza che poi alle undici c’era lo spettacolo e la gente ballava fino alle due poi andava a casa. Una volta quando andavamo a fare lo spettacolo nei locali, di lunedì c’erano cinquemila persone, di martedì cinquemila, il mercoledì e il giovedì pure, fino al sabato. Adesso le stesse discoteche hanno cinquecento persone al sabato, poi gli altri giorni sono chiuse. Quindi pensa la diversità dei costumi e della voglia di divertirsi che c’era una volta rispetto a quella che c’è adesso. Una volta si andava in discoteca per cercare di ballare con una ragazza che ti piaceva o per strapparle un bacio. Adesso si va in discoteca per sballarsi, per prendere le pasticche o per ubriacarsi. Sono proprio modi diversi di vivere la vita. Io mi ricordo quando facevamo ‘Rimini Rimini’ che poi la sera andavamo in discoteca e tra il pubblico avevamo Serena Grandi, la Brigliadori, tutto il cast del film che veniva. Erano felicissimi quelli che ci facevano fare lo spettacolo perché oltre a noi sul palco avevano anche nel parterre un mucchio di attori famosissimi”.

Andiamo verso il filone del cinepanettone, con “Vacanze di Natale ’90” e “Vacanze di Natale ’91”. 

“Allora questo genere di film andava molto bene. Avevamo sempre alla fine dell’anno il Biglietto d’Oro dell’Anica che vuol dire che era il maggior incasso dell’anno. Io ne ho due o tre di questi portachiavi d’oro che ti dava l’Anica per premiarti perché era il film più visto della stagione. Erano i primi film che io facevo senza Gigi, ma non perché avevamo litigato, ma perché cercavo, io che amo i film e Gigi meno, di fare l’attore. Quando tu fai il comico e poi vai a fare i film non è che fai l’attore, fai te stesso. Quindi non hai un ruolo. Per fare l’attore devi avere un ruolo diverso dal tuo solito personaggio. Con Gigi non è che abbiamo mai litigato, noi continuiamo a fare le serate anche adesso in teatro insieme, però avevamo capito che al cinema dovevamo un attimo staccare il duo sennò facevamo sempre lo stesso film perché, ripeto, non avendo un ruolo facevamo sempre Gigi e Andrea calciatori, Gigi e Andrea al mare, Gigi e Andrea in montagna, ma in realtà era sempre la coppia di cabaret Gigi e Andrea. Cosa che ha capito benissimo Verdone, che ha cominciato facendo i suoi personaggi e poi ha cominciato a fare l’attore e il regista. E anche io, che volevo continuare nel cinema, ho cominciato a fare film da solo anche perché gli stessi produttori dei film chiedevano me per cercare di staccarmi un po’ dalla solita coppia. E lì feci ‘Vacanze di Natale ’90’ e Anni 90 parte prima e parte seconda, però da attore”. 

Quale ti piace di più tra ’90 e ’91?

“Anni ’90 mi piace. Quello che ha il finale con io e Frassica che corriamo e tutta la gente dopo un po’ ci corre dietro e non si sapeva bene perché”. 

Raccontaci quella scena…

“Quella era molto bella e divertente. Finiva con la gente che ha paura e non sa bene perché e molte volte fa più paura il non sapere perché, del perché. Ed è molto vera. Questi due che cominciano ad avere paura, a vedere assassini da tutte le parti e cominciano a correre. E la gente che vede gente correre, non si spiega bene perché e comincia a correre. Era molto carina come idea“.

Ma con Frassica avete improvvisato un po’?

“Frassica è Frassica. Il suo modo di parlare, di dire le cose. Adesso si è messo a fare qualche fiction però è sempre portato a distorcere le parole e secondo me delle volte può anche rischiare di diventare monotono. Frassica ha dei tempi tutti suoi, è particolare come comico, è unico. Molto bravo, una persona molto carina, molto divertente. Con lui ho fatto parecchie cose. Facevamo anche due gay che vivevano insieme e io mi innamoravo di lui…”.

Andiamo verso le fiction. Come è stato girare “Don Tonino”?

“‘Don Tonino’ è la cosa più bella che io abbia girato per me, piaceva moltissimo. E’ un po’ il precursore di ‘Don Matteo’. Io sono il figlio di un sagrestano perciò ho passato l’infanzia in parrocchia in canonica, vivevo nella casa adiacente alla canonica, quindi da bambino andavo a giocare in Chiesa, i banchi, vedevo i preti che si vestivano, suonavo l’organo, quindi la messa la sapevo a memoria, sapevo come ci si veste per andare a dire messa. Quindi è stato un po’ come ritornare bambino quando ho girato questa cosa, perché ho rivisto tutte quelle atmosfere.  E noi viviamo spesso cercando di ritrovare le atmosfere, i colori, gli odori, i sapori, i rumori di quando eravamo bambini. Viviamo la vita alla disperata ricerca di ritrovare quelle cose che sono rimaste dentro da bambini. Quindi anche se a cinquant’anni andiamo in una campagna e sentiamo un odore di quando andavamo da nostra nonna, ce lo ricordiamo subito. Questo mi ha riportato indietro negli anni. Mi ha riportato a quando erano vivi i miei genitori, a quando ero bambino, nel periodo più bello per tutti della nostra vita“. 

Come mai vennero fatte solo due stagioni e la terza no?

“Perché allora già fare due stagioni era molto. Adesso se ne fanno una, ne fanno cento. Anche per una questione di risparmio, più vai avanti, meno costa il prodotto perché usi sempre le stesse cose. Fare due stagioni negli anni ’90 era già un record. Cinque film la prima stagione e sei film la seconda, passammo da Rete4 a Canale5 nella seconda, quindi era già un grosso successo questo. Poi noi, quando uscì questa, contemporaneamente presentavamo ‘Sabato al circo’, eravamo i conduttori di questa trasmissione Mediaset al sabato”.

Ne avete fatte tante di cose…

“Sì, a parte i film noi abbiamo cominciato con ‘Io e la Befana’ che ci portò in televisione con la Mondaini, poi ‘Hello Goggi’, poi ‘Premiatissima’ per due anni con la Muti, Miguel Bosè, Johnny Dorelli, poi ‘Grand Hotel’ per due anni che era condotto da noi, poi ‘Risatissima’, poi ‘Festival’ con la conduzione di Pippo Baudo, noi, Zuzzurro e Gaspare, Lorella Cuccarini, poi con noi lavorava fissa l’ex moglie di Stallone, Brigitte Nielsen. Poi noi come conduttori, insieme ad altri che erano lì, facemmo anche ‘Bellezze al bagno’, con Claudio Lippi per due anni. Poi facemmo ‘Sabato al circo’ per due anni, poi andammo in Rai a fare ‘Luna di miele’ insieme a Gabriella Carlucci e poi dopo io feci per due anni ‘Domenica In’ insieme alla Venier”.

I follower di Instagram chiedono: Cosa ti manca di più degli anni ’80?

“Tutto. La voglia di vivere, la mancanza di preoccupazioni, cose gravi come ci sono ai nostri giorni. La voglia di divertirsi in una maniera più pulita, più normale, più vera. Ci si divertiva allora perché ci veniva da divertirci. Adesso spesso si cerca di divertirsi in qualche modo e quando tu vuoi divertirti per forza non ti diverti. Il divertimento viene da solo, viene così, la gente stava meglio, aveva meno preoccupazioni, aveva meno problemi di adesso e più soldi forse. Adesso di soldi ne girano pochi. Ne giravano molti di più una volta, forse c’era gente che rubava di più, ma stavano meglio anche quelli che non rubavano. La gente si è incupita, ha cercato sempre cose nuove per divertirsi, cose più arzigogolate, è sempre più sola, c’è sempre più la mancanza di dialogo. Purtroppo la cosa peggiore è sempre questa voglia di far vedere quello che non sei. Mentre una volta cercavi di essere quello che volevi far vedere, adesso cerchi di far vedere quello che non sei. Ormai è tutto basato sull’apparenza. Una volta quando le donne giravano con la minigonna erano vere… Le ragazze non si fanno più vedere in costume al mare, vanno a casa, si mettono il costume e si fanno le foto che ritoccano per farsi vedere ed essere quello che non sono. E se non lo fanno con questo lo fanno con le punturine. Adesso vedi certe ragazze di vent’anni che sono tutte rifatte. Ormai il talento non esiste più… forse i follower si possono comprare, l’intelligenza e il talento no. Ormai si vive per il gossip, il modo di tirare avanti di chi non ha niente. Una volta i vip erano quelli che facevano cose importanti, nella moda, nella poesia, nella pittura, nell’arte, nel cinema nella musica. Adesso i vip sono i fenomeni da baraccone. Adesso se sei uno che ha fatto cinquanta operazioni al viso, allora sei un vip”.

Hai sempre voluto fare questo mestiere?

“Ho sempre voluto fare questo mestiere. Da ragazzo ho fatto l’università perché i miei genitori avevano fatto tanti sacrifici per mandarmi e mi sono laureato in legge. Poi mi piaceva suonare quindi ho fatto il conservatorio…”.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

“Ho già girato tre cose che devono uscire. Ho girato la seconda stagione di una serie francese che si chiama ‘La mitomane’ (‘Myto’ in francese), è recitata in francese ma io la doppio in italiano quando la fanno in Italia. E’ andata già bene l’anno scorso, abbiamo già girato la seconda parte e andrà a Febbraio o Marzo. Poi ho girato un film con la Vukotic a episodi che si chiama ‘Selfiemania’, dove l’episodio italiano lo facciamo io e lei. C’è una storia inglese, una americana, una tedesca, con attori diversi. Per la storia italiana, siamo io e Milena, con la regia di Elisabetta Pellini. Poi ho fatto un cameo in un film di Banfi che si chiama ‘Vecchie canaglie’ con una regista donna bolognese e che uscirà quando si potrà. Poi ho fatto un altro film molto carino contro il razzismo. Sono cinque episodi dove c’è un ragazzo di colore, un attore bianco e uno nero con delle storie molto carine e anche questo uscirà quando si potrà. E speriamo di poter realizzare un progetto, un film con un’attrice importante a Bologna, un altro film con un regista importante. Non dico nomi per scaramanzia. Speriamo si riapra tutto. Ringraziate tutti i follower e tutti gli ascoltatori da parte mia, perché se non ci fossero loro e se non ci foste voi, chi fa questo lavoro che è il mio non sarebbe nessuno. Quindi quel po’ che siamo lo dobbiamo alla gente che ci segue, che ci vuole bene e che ci critica. Che però ci considera. Quindi grazie a tutti per farmi essere qualcosa, altrimenti non sarei niente”.