Il film

Il precedente nono capitolo Fantozzi-Il ritorno aveva già dato palesi segni di cedimento, ma grazie a più di qualche gag riuscita si sarebbe comunque potuto chiudere la serie con un minimo di dignità: purtroppo il bisogno di sfruttare fino all’ultimo una serie che fa parte ormai dell’immaginario collettivo ha avuto la meglio. Arriva cosi il decimo ed ultimo capitolo della serie cinematografica del personaggio di Fantozzi: “Fantozzi 2000 – la clonazione“. Il film non ebbe lo stesso successo dei precedenti e venne ben presto ritirato dalle sale visti i miseri incassi (poco più di 500 milioni di lire): vennero quindi accantonati possibili altri film sul ragioner Ugo Fantozzi.

Fantozzi: la clonazione, e quella dedica di Villaggio a Reder: “Stavamo preparando un film diverso, era più di una semplice spalla”

La trama

All’alba del terzo millennio, la Megaditta si trova di fronte ad una crisi a causa della mancanza di soggezione dei nuovi impiegati. Si decide perciò di far tornare in vita, grazie alla biotecnologia avanzata, l’impiegato più servile di tutti i tempi: il ragionier Ugo Fantozzi. Dopo aver innaffiato per mesi la piantina di Balabam, riempiendosi di acqua da un orecchio e versandola dall’altro, il ragioniere è premiato dal duca-conte con una missione di responsabilità: sorvegliare il suo figlio più piccolo, un ragazzino troppo buono e generoso, rinchiuso in una scuola di educazione al potere, un autentico carcere dove si studiano il sopruso, la delinquenza e l’infamia.

Il regista

Elisabetta Villaggio, figlia di paolo e autrice del libro “Fantozzi dietro le quinte. Oltre la maschera. La vita (vera) di Paolo Villaggio”, ha raccontato attraverso le pagine i tantissimi aneddoti legati al padre e non solo, anche approfondimenti sulla sua vita privata.

Ha parlato ovviamente anche di questo film, riportando anche le parole del regista Neri Parenti. Ecco il passaggio testuale:

“Il film non andò bene e così mise fine alla fortunata serie. «Non ho fatto l’ultimo», dice Neri, «perché Paolo aveva fatto un po’ di pasticci con i contratti oltre che con Lombardo e Lucisano, e quest’ultimo, che avrebbe prodotto il film, chiese agli sceneggiatori Piero De Bernardi e Leo Benvenuti di dimezzarsi il compenso, loro risposero di no e mi aggregai anch’io. A quel punto Lucisano chiese a Domenico Saverni e Alessandro Bencivenni, che lavoravano già con loro, di occuparsi della sceneggiatura e della regia. Erano giovani, appena arrivati e con paghe inferiori rispetto alle nostre. Paolo accettò il compromesso, anche se forse c’erano delle clausole contrattuali che lo vincolavano». Questa invece è la versione di Bruno Altissimi (il produttore di vecchi Fantozzi): «Non ho lavorato all’ultimo perché la cosa l’ha creata Vittorio Cecchi Gori e io l’ho anche mandato a quel paese. Avrei dovuto realizzarlo io e invece lo produsse Lucisano. Dopo il decimo non ne hanno più fatti perché c’è stata una flessione di mercato e l’incasso è sceso parecchio. Inoltre non era bello. Gli stessi finanziatori erano disposti a produrre Villaggio, ma su altri film, basta Fantozzi. Io ho lavorato ancora con lui. Per esempio, a La voce della luna di Fellini. Ricordo che Federico, prima di cominciare, mi disse: “A Benigni facciamo un provino a Villaggio no”.