In un’intervista a “Il Giornale”, Giovanni Storti, l’attore comico del celebre trio “Aldo, Giovanni e Giacomo“, ha raccontato come il politicamente corretto di oggi distrugga la comicità:

“La comicità è un modo parallelo di vedere la realtà, un modo dissacrante e alle volte un po’ cattivo. La linea tra garbo e fastidio è sottile, ma penso che il politicamente corretto non sia applicabile alla comicità, anzi la distrugge. Noi abbiamo fatto delle cose che forse non si potrebbero più fare: al Circo di Paolo Rossi picchiavo Giacomo che era privo di braccia e gambe, abbiamo sparato agli animali e oggi ti ammazzerebbero, poi con il dottor Alzheimer abbiamo trattato temi spinosi in modo incredibile”.

Ultimamente i tempi sono cambiati e la particolare attenzione nei confronti del politicamente corretto non è più conciliabile con la comicità che per anni ha caratterizzato il modo di raccontare la realtà di Aldo, Giovanni e Giacomo:

“Forse siamo riusciti a tenere un livello di comicità non così cattiva, pur trattando temi in modo cattivo. Però ultimamente non puoi dire niente. Ci sono questi gruppi, penso agli animalisti: io amo la natura più di ogni cosa, poi fingi di dare un calcio a un gatto e ti attaccano come se fossi un delinquente. Forse vogliono farsi vedere, ma ti impediscono di dire qualsiasi cosa“.

Per quanto riguarda qualcosa di cui è orgoglioso e qualcosa che invece rimpiange:

“Sono orgoglioso del fatto che come Trio abbiamo sempre cercato di essere autonomi, cioè di fare le cose che ci piacevano, anche sbagliando. Un rimpianto? C’è stata la possibilità magari di lavorare con dei miei miti, come Jackie Chan, e non l’abbiamo fatto per meccanismi un po’ sciocchi”.