Il film

Forse il film cult per eccellenza di Alberto Sordi, “Il Marchese del Grillo”, è uscito nel 1981 sotto la direzione di Mario Monicelli. Fu un successo clamoroso: 12 miliardi di lire incassate al botteghino, l’Orso d’argento alla miglior regia al Festival di Berlino e due David di Donatello (per le scenografie di Lorenzo Baraldi e i costumi di Gianna Gissi) vinti l’anno successivo.

La trama

Nella Roma papalina del 1809 il marchese Onofrio del Grillo, nobile romano alla corte di papa Pio VII, trascorre le sue giornate nell’ozio più completo, frequentando bettole e osterie, coltivando relazioni amorose clandestine con popolane e tenendo un atteggiamento ribelle agli occhi di sua madre e della parentela conservatrice, bigotta e autoritaria.

Il suo principale passatempo, che lo rende famoso in tutta la città, è costituito da innumerevoli scherzi e beffe dei quali risulta spesso vittima la sua aristocratica famiglia, composta da personaggi stravaganti e chiusi al mondo esterno.

Il ricco nobile proprietario terriero è in grado sempre di uscire con umorismo e in maniera rocambolesca dalle tante e impensabili situazioni durante tutta la commedia, sfruttando senza vergogna anche le conoscenze dell’alta borghesia spesso compiacente. Un incontro casuale con un povero carbonaio alcolizzato, Gasperino, suo perfetto sosia, ispira il nobile a coronare il suo repertorio burlesco…

Proietti

Il capo brigante, Don Bastiano, anziché da Flavio Bucci doveva essere interpretato da Gigi Proietti. Sordi infatti voleva che il ruolo fosse interpretato fortemente dal mattatore romano recentemente scomparso ma, mentre i due prendevano accordi, Proietti ricevette una proposta che non poteva assolutamente rifiutare che però gli impedì di prendere parte a Il Marchese del Grillo.

L’attore fu infatti contattato dalla Rai per realizzare la mini serie su Leopoldo Fregoli il noto attore romano più volte indicato dallo stesso Proietti come la sua più grande fonte di ispirazione.

La cotta di Sordi

Albertone ebbe una sbandata per la bellissima Caroline Berg, l’interprete francese dell’attrice Olimpia. Con Nicola Piovani, l’autore della colonna sonora, le dedicò la canzone Mia cara Olimpia. Non solo: Sordi le mandava continuamente fiori e cercava di conquistarla in tutti i modi. Ma la Berg preferì concedersi un’avventura con un aitante “ciakista”: da quel giorno, Sordi non volle più quel tecnico quando lui era in scena.

La storia vera

Il Marchese Onofrio del Grillo è esistito davvero, e nacque a Fabriano, nelle Marche, il 5 maggio 1714 e morì sempre a Fabriano il 6 gennaio 1787. Quasi 25 anni prima dell’ambientazione del film. Ricoprì diversi incarichi pubblici nella Roma papalina ma non era un uomo particolarmente spiritoso. Visse gran parte della sua vita nella Capitale, ma non mancava di tornare dove c’è ancora la casa natale e dove fece costruire una imponente villa tuttora esistente in cui trascorreva il periodo estivo.

Al contrario del suo erede, Giuliano, indicato nei racconti popolari come un nobile della Casata del Grillo abituato a fare scherzi, anche crudeli, ai sottoposti. Monicelli di fatto ha unito le due figure dando vita ad un personaggio immortale.

LEGGI ANCHE: Il Marchese del Grillo, Giorgio Gobbi: “Flavio Bucci e Alberto Sordi non si stavano simpatici l’uno con l’altro”