Il film

Indiana Jones e l’Ultima Crociata (1989) è il terzo film della fortunata serie diretta da Steven Spielberg sul famoso archeologo. Il film ha ottenuto 3 candidature e vinto un premio ai Premi Oscar (Miglior montaggio sonoro), e 1 candidatura a Golden Globes.

La trama

Il film inizia nello stato dell’Utah nell’anno 1912, quando durante un’uscita con gli Scout, un giovanissimo Indiana (River Phoenix), si imbatte in una spedizione di sedicenti archeologi e interviene per strappare a quelli che in realtà sono trafficanti, un prezioso manufatto, la croce d’oro di Coronado. L’intento del giovane è quello di consegnare il reperto a un museo, dove ritiene debba essere custodito.
Dopo un rocambolesco inseguimento fra i vagoni di un treno, Indy arriva a casa e trova il padre, Henry Jones Senior (Sean Connery), intento nello studio dei suoi appunti, quindi troppo distratto per difendere il ragazzo che si trova costretto a restituire la croce ai trafficanti in combutta con lo sceriffo, che li definisce i “legittimi proprietari”.
Nel 1938 un adulto Indiana Jones (Harrison Ford) torna in contatto nuovamente con la croce, ma questa volta riesce a recuperarla e a metterla al sicuro.
In seguito, l’affascinante archeologo viene avvicinato dal miliardario Walter Donovan (Julian Glover), che tenta di assoldarlo per la ricerca del Sacro Graal, il calice usato da Gesù durante l’Ultima Cena. Indy sbeffeggia il miliardario fino a quando non scopre che il misterioso archeologo assunto prima di lui e misteriosamente scomparso durante l’impresa è proprio suo padre. Questa notizia mette Indiana subito in viaggio verso Venezia, da dove aveva ricevuto l’enigmatico libretto di appunti di suo padre e dove conosce l’archeologa Elsa Schneider. Insieme a quest’ultima farà una serie di scoperte che lo porteranno a compiere importanti passi avanti verso il Santo calice.

I nazisti

Tra le tante curiosità legate al film, come quella di una scena girata in mutande da Harrison Ford e Sean Connery, ce n’è una legata ai nazisti che compaiono in scena.

Piccolo passo indietro: magari non tutti lo sanno, maSteven Spielberg è Ebreo: ha confessato di essere stato vittima di bullismo in gioventù per questo, cosa che ha poi influenzato molti suoi film. Legato molto alla sua storia e a quella della sua religione, non a caso ha realizzato Schindler’s List.

Torniamo a noi: per la scena del raduno dei nazisti a Berlino, in cui si incendiano i libri, Steven Spielberg fece una richiesta particolare sul set.

Ha chiesto a tutte le comparse che facevano il saluto nazista di tenere l’altra mano dietro la schiena e di incrociare le dita. Con questa idea Spielberg ha trovato un modo per annullare simbolicamente il gesto, richiesto solo per realizzare il film (in particolare questa scena geniale).