Carmen Russo si è raccontata in una nuova intervista a Fanpage ripercorrendo i suoi quasi 50 anni di carriera. Cominciò nel 1973 con una prima esperienza a Miss Italia, poi due anni dopo il primo film: una piccola parte nell’episodio di Paolo Villaggio in “Di che segno sei?” di Bruno Corbucci. Da lì il grande successo delle commedie sexy diretta da grandi registi e quello televisivo, da Drive In a Grand Hotel fino alle stagioni dei reality, vissute a grande intensità tra l’Italia e la Spagna.

Questo il suo ricordo su Federico Fellini:

Federico Fellini mi chiamava la Russina. Beh, avevo i miei diciannove anni. Lavorai un mese ne La città delle donne, ma più che altro frequentai lo Studio 5 per un mese, perché di lavoro avrò fatto 15 secondi. Ma è stato un privilegio. È stato un grande corso di cinema, vedere il set e vedere Fellini come si comportava.

Rappresentavo il tipo di donna che poteva piacergli. E giocava: “ecco la Russina”, passava, mi dava una pacca sul sedere amichevolmente. Mi chiamava così perché avevo i fianchi stretti e c’era contrasto con il resto. Era un amore di persona, conoscevo anche Giulietta Masina, c’era un bel rapporto.

Sugli inizi come attrice:

Ho iniziato nel cinema con Paolo Villaggio nel film “Di che segno sei?”, avevo 15 anni. Poi, a diciott’anni, sono venuta a Roma e ho cominciato a fare la qualsiasi: moda, presentazioni, valletta. Ho fatto la gavetta e anche grazie a questo, sono ancora là.

Rappresentavo quella tipologia di donne che negli anni ’80 era perfetta e questo mi ha dato la possibilità di lavorare così tanto.

Ho avuto la fortuna di avere a che fare con i più grandi, artisti molto generosi che si perdevano a farmi fare le battute, a provare e riprovare, ad esempio Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Anche Gigi & Andrea, Gigi Sammarchi e Andrea Roncato che erano incredibili. Oreste Lionello e tutto il Bagaglino, che ho fatto per due anni.

Su Il tifoso, l’arbitro e il calciatore:

Del grande Pier Francesco Pingitore. Sono film che hanno lasciato qualcosa perché molte persone che incontro per strada, ancora se ne ricordano quando lo vedono.

Su Drive In e Grand Hotel, che nel 1985 faceva più di nove milioni di spettatori su Canale 5:

Per Drive In c’è da dire solo grazie ad Antonio Ricci. Lui mi ha voluta e in quel contesto, io ero perfetta. In Grand Hotel, ho vissuto una palestra impressionante, io che facevo sketch con protagonisti assoluti dello spettacolo. Pensaci: avevo 22 anni e affiancavo i Jefferson, Tony Curtis, Alain Delon.