Il 17 luglio del 1987, esattamente 35 anni fa, usciva nelle sale statunitensi RoboCop di Paul Verhoeven. Un film nato con tanti problemi (lo stesso regista aveva scartato la sceneggiatura all’inizio), ma che è poi diventato un grande cult di fantascienza, apprezzato per le sue forti note satiriche e un feroce cinismo sulla società. Non da meno, sicuramente, dell’altro celebre ‘competitor’ in armatura, il Terminator di James Cameron, uscito tre anni prima.

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Trama

La città di Detroit è sconvolta da bande di drogati, di stupratori e assassini, e una società finanziaria (la COP) produce uno specialissimo cyborg corazzato da lanciare di notte per le strade a tutela dei cittadini. Questo robot preme moltissimo al vice-presidente Jones, che comanda anche la polizia locale, poiché la sua produzione in serie si preannuncia come un gigantesco affare. L’ambizione della OCP è quella di demolire la “Vecchia Detroit” per edificare Delta City, una innovativa megalopoli utopistica. Tuttavia, messo alla prova in pieno consiglio di amministrazione, il prototipo si ha un malfunzionamento e per errore uccide uno dei presenti. Morton, un dirigente furbo e rivale di Jones, propone di mettere in atto il suo progetto per un cyborg di pattuglia, RoboCop, un robot avveniristico ed ultra protetto, nel quale viene innestato il corpo mutilato dell’agente Alex Murphy (Peter Weller).

Le difficoltà del costume

Il costume di RoboCop, costruito in parti di lattice ed alluminio, fu uno dei grandi problemi che la produzione dovette superare. Vi abbiamo già parlato in un altro nostro articolo di quanto l’attore Peter Weller sudasse all’interno dal costume, a tal punto da perdere 1 chilo di peso al giorno (lo potete recuperare qua), ma i guai per l’attore non finivano là.

Tra i vari aneddoti legati alle riprese, molti riguardano il costume. Pensate che il peso totale dell’armatura pesava quasi 20 chili e ovviamente l’ingente mole limitava moltissimo i movimenti  di Weller. Quando lo indossava, l’attore non riusciva ad entrare nell’auto della polizia in quanto era troppo ingombrante. Ecco perché la maggior parte delle sue riprese lo mostrano che sta uscendo dalla macchina o si prepara ad entrarvi. Per le riprese in cui doveva effettivamente essere in macchina, Weller ha indossato solo la parte superiore del costume, mentre in quella inferiore… rimaneva solo in biancheria intima! Per mantenere l’illusione che RoboCop indossasse l’intera tuta mentre si trova all’interno dell’auto, la maggior parte delle inquadrature furono state impostate in modo tale che mostrassero sempre i piedi robotici uscire per primi.

Per le scene più movimentate, vennero allenati degli stuntman a indossare altre versioni del costume modificate, così da poter effettuare quei singoli movimenti necessari.

Un’altra curiosità riguarda le mani di RoboCop. Ricordate la scena in cui afferra le chiavi dell’auto al volo dal sergente Reed? Fu girata 50 volte in un solo giorno. Il motivo? Essendo le mani del costume fatte di gommapiuma, le chiavi continuavano a rimbalzare dalla mano di Peter Weller ogni volta che tentava di prenderle!

Robocop: che fine hanno fatto Peter Weller e Nancy Allen?